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Brexit, preoccupazioni per l’industria farmaceutica

Theresa May si salva ottenendo la fiducia alla Camera dei Comuni, dopo una sconfitta eclatante del 15 gennaio per l’accordo con l’Unione Europea sulla Brexit.

IL DIRETTORE GENERALE DELL’EFPIA, NATHALIE MOLL, RICHIAMA l POLITICI A DIRIGERE LE ATTENZIONI SU SICUREZZA E SALUTE DEI CITTADINI 

Una breve pausa nel clima agitato che sta scuotendo le coste della penisola britannica: sempre di più si avvicina il 29 marzo, giorno in cui il Regno Unito uscirà ufficialmente dall’Unione Europea. I timori sono proiettati verso il rischioso “no deal” con i 27 paesi membri che porterebbe con sé gravi conseguenze sul piano economico e commerciale.

Tra le preoccupazioni, grandi sono anche quelle che turbano il settore farmaceutico. Su questi toni si è espresso il direttore generale dell’Efpia (European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations) Nathalie Moll che richiama i politici a dirigere le attenzioni su sicurezza e salute dei cittadini nel corso delle trattative.

Le conseguenze temute sono diverse: “In particolare, queste possono arrivare dallo smantellamento della catena di fornitura dei farmaci, a partire dai ritardi nei trasporti alla frontiera e dal fatto che l’approvazione dei farmaci non godrà più del ‘mutuo riconoscimento’» queste le sue parole.

Nel comunicato si leggono poi una serie di indicazioni per garantire una continuità nell’immediato futuro, tra cui l’importanza di riconoscere momentaneamente la validità dei test condotti in Gran Bretagna e il dover garantire per i farmaci procedure doganali semplificate.